Lezioni

Lezione 33 – La lunghezza di un romanzo

Sono proprio in queste settimane immersa nella scrittura del mio secondo romanzo, e mi è sorto un dubbio che sicuramente avrà attanagliato molti altri di voi. Quanto deve essere lunga una storia per poter essere chiamata romanzo?
Bene, premettendo che è impossibile dare una risposta precisa, mi sono permessa di cercare informazioni in rete e di chiedere a qualche amico con la mia stessa passione per la scrittura. Questo, a grandi linee, il risultato: 100 cartelle. Questa è la lunghezza minima per parlare di romanzo (breve), mentre un romanzo di lunghezza media dovrebbe stare tra le 150 e le 250 cartelle. Oltre si parla di mattone.
Ma cos’è una cartella editoriale? In verità ne ho già parlato altrove, tempo fa, nella lontana Lezione 4 – Impaginazione. Ma ricordarvelo non può farvi che bene, giusto? Dunque, la cartella editoriale è l’unità di misura dei libri. Esattamente. Come fate a capire se avete scritto tanto o poco? Dire “ho scritto 20 pagine” non rende l’idea, perché scritte in carattere 72 equivalgono a due frasi, mentre scritte in carattere 4 potrebbero benissimo essere un libro. Questo perché il numero di pagine dipende dall’impaginazione. Le cartelle invece non soffrono di questo problema, perché si basano sul numero fisso di caratteri scritti (spazi inclusi). Per cui possiamo dire che una cartella editoriale equivale a 1800 caratteri (alcuni dicono 2000, ma io preferisco il primo valore).

Quindi, in definitiva, per capire di quante cartelle consta il vostro lavoro, aprite il vostro editor di testo, andate al conteggio dei caratteri e dividete quel numero per 1800. Il risultato è appunto il numero delle vostre cartelle. Questa unità di misura è stata adottata perché solitamente, e sottolineo solitamente, l’impaginazione di un libro pubblicato corrisponde a 30 righe per pagina, con 60 caratteri per riga. Quindi 1800 caratteri per pagina. E questa è proprio una cartella. Quindi il numero di cartelle che troverete dovrebbe corrispondere al numero di pagine (ripeto, in linea di massima) se il vostro libro fosse pubblicato. Ma come ho detto, noi ora usiamo le cartelle solo per confrontare la lunghezza degli elaborati.
Per cui, fermo restando che esistono racconti lunghi e romanzi brevi, e che i racconti si distinguono anche sulla base dell’intreccio oltre che della lunghezza, ora sappiamo che un romanzo medio va dalle 150 alle 250 cartelle. Se rientrate in questi termini, siete in una botte di ferro.
Avere meno cartelle non vi impedisce di definire il vostro lavoro un romanzo, come averne di più non dovrebbe pregiudicarvi la pubblicazione. Purtroppo però è risaputo che solitamente gli editori preferiscono questa lunghezza. E non solo, ma anche i premi letterari spesso pongono di questi limiti, per cui il mio consiglio è cercare di rimanerci, se la storia lo permette.

40 pensieri riguardo “Lezione 33 – La lunghezza di un romanzo

  1. Avevo gia` letto le cartelle unica cosa sapevo che un romanzo standard doveva essere tra le 150 e 300 cartelle 😀

    Chiedo con asoluta curiositˋa

    1. Ehi ciao! Grazie per il commento :3
      Mah, guarda, a dire il vero è un parametro mooolto indicativo. A dire il vero è difficile accordarsi (tant’è vero che nemmeno le cartelle sono “sicure”, alcuni dicono che valgono 1800 caratteri, altri 2000). Tra una cosa e l’altra, contando anche il margine di errore in eccesso e in difetto, tra 250 e 300 non fa molta differenza. Diciamo che sono tutte opinioni, ecco, non ce n’è una più giusta dell’altra. Ma più o meno si aggirano tutti intorno a quelle cifre 🙂

        1. Eh per un romanzo direi di sì… punterei ai 150/200 mila caratteri. Meno di 50.000 può essere una storia breve. Non che ci sia niente di male in questo, dipende dai tuoi obiettivi :3

          1. Da come è uscita è una storia breve, ne sono felice ugualmente è la prima volta dopo anni che ne finisco una. E anche la pubblico, non pretendo di essere la nuova Rowling. L’importante è che un sogno lo stò per realizzare. Anche se non mi leggerà mai nessuno. Grazie

          2. Ma di niente! E comunque non contano i caratteri, ma il contenuto! Per cui ti auguro tanta fortuna per questo lavoro e i futuri! 🙂

  2. Veramente chiaro ed esaustivo su ciò che cercavo.Premesso non amo leggere libri .letti pochi.ma anche se sono laureto in filosofia ero allo scuro di come si sviluppa una qualunque”bozza”da romanzo a giallo ecc….
    Mi è partorita una folle idea di cercare di scrivere una storia horror commedy molto surreale su una mutanda(tipo slip da uomo) impossessata… Grazie per le vostre delucidazioni.

  3. Ciao, ho trovato adesso il tuo blog ed è fantastico. Io sono una ragazza di 20 anni, ho provato a frequentare l’università due anni fa ma ho mollato e mi spiace ma non riuscivo a integrarmi e studiare non mi piaceva tanto. Io sono disoccupata e sto provando a tirare fuori la mia fantasia scrivendo alcune storie che ho nella mia mente. Di generi mi piacciono le illustrazioni, la narrativa, l’avventura, il fantasy, il giallo e il mistero. Sto provando a leggere molti libri per aiutarmi e vorrei incominciare scrivendo fiabe e racconti per bambini e poi più tardi proverò a scrivere romanzi veri e propri. Non riesco però a trovare il tempo e le parole per cominciare. Quando mi verranno le storie te le invierò e vorrei sapere cosa ne pensi anche tu, sarei molto felice se con i tuoi consigli diventerò anch’io una scrittrice e forse anche una sceneggiatrice.

    1. Ciao! Grazie mille, sono felice che il blog sia utile! Ti auguro tantissima fortuna per i tuoi progetti! :3
      Certamente, se dovessero servire consigli sentiti libera di scrivermi con la e-mail che trovi tra i contatti!
      Tra l’altro ti devo ringraziare perché mi hai fatto venire in mente che potrei fare qualche articolo sul format della sceneggiatura. Ne ho scritta una, ma credo di non averne mai parlato. E visto che è un modo totalmente diverso di scrivere, ci starebbe una lezione!

  4. ciao grazie per le informazioni, una domanda: se un romanzo si aggira intorno a 406.000 caratteri spazi inclusi ed é ancora in fase di rielaborazione, quindi conto di ampliarlo ancora, si può ritenere un romanzo di circa 200/250 pagine in media, una volta impaginato per la pubblicazione? grazie!!

    1. Mi scuso per il ritardo, per qualche motivo non avevo ricevuto la notifica.
      Sì, con questo numero di battute, il romanzo verrebbe di 225 cartelle, quindi 225 pagine circa pubblicate in formato standard. Si tratta di un libro medio, che inizia ad andare sul corposo. Allungarlo ancora non è assolutamente sconsigliato, anche perché più che alla lunghezza, è necessario guardare agli eventi: è stato detto tutto? Se c’è ancora da parlare, procedi pure, finché non riterrai che sia perfetto.
      Buona fortuna per il progetto 🙂

  5. Ma sono cavolate! Io studio narratologia, scuole di pensiero sostengono che il romanzo è compreso fra le 100 e le 200 pagine stampate, ma non esistono teorie per la lunghezza, perchè allora uno come Calvino che scrive libri da 150 paginette ossia 75-80 cartelle? Erri De Luca che scrive libri anche più corti?

    1. Cito dal mio stesso articolo:
      “[…] è IMPOSSIBILE dare una risposta precisa […]”
      “Avere meno cartelle non vi impedisce di definire il vostro lavoro un romanzo, come averne di più non dovrebbe pregiudicarvi la pubblicazione. […] SOLITAMENTE gli editori preferiscono questa lunghezza […]”

      Stiamo parlando di libri, non dei progetti per il ponte di Messina, quindi è ovvio che non si può (e non si deve) ricercare il valore in pagine o in cartelle di un romanzo come se fosse una legge matematica. Il mio articolo si basava su VALORI MEDI, ottenuti in seguito a RICERCHE, e partecipando a vari concorsi con LIMITI DI CARTELLE: ho più volte specificato che uscire dai margini, sia in difetto che in eccesso, non necessariamente influisce sulla definizione di “romanzo” dell’opera stessa.

      Inoltre, un libro (pubblicato) da 150 pagine, non è di 75/80 cartelle, bensì è di 150 cartelle, proprio perché in pubblicazione si usa la misura standard (1800 caratteri per pagina divise in 30 righe con 60 battute per riga). Se viene pubblicato con un’impaginazione creata ad hoc per “maggiorarlo”, no, non è affatto un buon segno, per la sua teoria, perché vuol dire che persino gli editori si sforzano di raggiungere le famigerate 100/150 pagine, altrimenti il pubblico non lo vedrebbe come romanzo e difficilmente sborserebbe dagli 8 euro in su per comprarlo.

      Ancora, prendiamo in considerazione proprio il suo messaggio, le va?
      “Scuole di pensiero sostengono che il romanzo è compreso tra le 100 e le 200 pagine stampate” e, subito dopo “ma non esistono teorie per la lunghezza”. Pardon? Siamo alla fiera dell’incoerenza, o io e lei abbiamo due definizioni diverse di “lunghezza”?

      Infine, mi permetto di farle un po’ di “dietrologia” a proposito di questo articolo. Come vede, è uno dei più ricercati sul mio blog, e io stessa l’ho scritto in seguito a molte richieste, perché gli esordienti non sanno mai a quale lunghezza puntare durante la stesura, Mi sembra inutile dirle che, quando si scrive, un obiettivo bisogna averlo fin da subito, e per molte persone potrebbe fare la differenza sentirsi dire “è meglio puntare alle 100 pagine invece che a 50”. Questo, OVVIAMENTE non voleva essere un postulato matematico, come ho più volte sottolineato, e qui mi limito a un rinvio alle citazioni del mio stesso articolo.
      Studia narratologia? Bene, ma tutta questa sapienza, evidentemente, non le ha permesso di ricorrere alle basilari regole di comprensione del testo per cogliere le nozioni minime del mio articolo. E mi dispiaccio di dover rispondere così brusca, ma il suo incipit (“Sono cavolate!”) non è che mi lasciasse molta scelta.

      Alla prossima, e spero in un confronto più pacato.
      Stia bene 🙂

      1. Non credo che siano questi i consigli di cui abbiano bisogno gli scrittori esordienti, credo ad esempio che per quanto concerni lo stile si potrebbero citare dei classici come “Elementi di stile nella scrittura” di William jr Strunk oppure “Il manuale di stile” di Roberto Lesina. Gli scrittori esordienti devono capire un principio molto semplice: lo studio è necessario come l’esercizio quoatidiano, il talento è solo il 2% del processo di maturazione di un artista. Un esordiente che mira a diventare un professionista deve applicarsi ogni giorno e studiare, studiare, studiare…. La maggior parte di questi manuali e saggi si possono trovare comodamente in tutte le bibloteche pubbliche. Cordiali saluti

        1. Ok, ma esattamente, cosa c’entra? Ho forse scritto che gli esordienti non debbono allenarsi, o che se hanno talento possono adagiarsi sugli allori? Non mi pare proprio. Ho solo detto che molti, alla prima esperienza, hanno bisogno di darsi un obiettivo, perché lasciati a loro stessi, senza cioè puntare a un numero di pagine specifico, quasi tutti tendono a scrivere o troppo o, più comunemente, troppo poco, sia rispetto agli standard medi del panorama editoriale, sia rispetto a quello che vorrebbero ottenere per la loro prima opera. E posso affermarlo non perché invento i problemi degli esordienti, ma perché analizzo le prime opere di molti scrittori in erba da più di sei anni (nel menu è possibile vedere la sezione per scrivermi e chiedermi consigli, e ricevo numerose mail a settimana). Molto spesso la domanda che mi sento rivolgere più di frequente è: “Perché mi vengono opere così corte? Manca la storia?” e la mia risposta è che no, spesso la trama non ha nulla da modificare ed è già abbondante di per sé, ma gli esordienti senza esperienza tendono a “bruciare le tappe”, a correre troppo nello scritto, finendo per creare liste della spesa. Darsi un limite di pagine può AIUTARE a tenere un ritmo omogeneo. Tutto qui. Questo non ha assolutamente nulla a che spartire con gli esercizi di stile, e non penso che sviare il discorso in questo modo sia servito a provare in alcun modo la sua affermazione iniziale. Tra l’altro, basterebbe dare un’occhiata anche superficiale al blog per accorgersi che IO STESSA HO CONSIGLIATO LIBRI DI ESERCIZI DI STILE, uno su tutti quello di Raymond Queneau.

          Lezione 13 – Queneau e i suoi esercizi di stile

          Ora passerò a rispondere agli altri messaggi, vista questa sovrabbondanza di risposte tra loro separate.

          1. Se avrò tempo mi piacerebbe approfondire la conoscenza del suo blog, dal momento che percepisco una vera passione nei suoi messaggi per la materia narratologica. Riguardo ai problemi di lunghezza, c’è un bel manuale di Roberto Cotroneo che spiega il come mai certe volte gli scrittori esordienti tendano a scrivere striminzito: gli scrittori esordienti molto spesso ignorano – o comunque non sanno ancora padroneggiare – l’uso delle digressioni. Le volevo chiedere un parere che mi interessa molto riguardo all’incipito di un libro, invece: lei cosa ne pensa degli inizi “in media res”? Le piacciono?

          2. Bene, sono contenta di aver fatto una buona impressione. Sì, vero, spesso i principianti tendono a focalizzarsi solo sugli eventi principali della trama, senza collegare digressioni e senza costruire un contesto credibile. Ma ne esistono altri che fanno tutto l’opposto, soprattutto nei fantasy: diventano troppo prolissi e la trama non procede mai. Dipende tutto dal genere e dallo stile della persona, quindi se c’è un problema di lunghezza, in eccesso o in difetto, bisognerebbe sempre analizzare in primis la persona dell’autore e capire dove sbaglia.

            Non posso dirmi grande ammiratrice degli incipit in medias res, più che altro perché poi è difficile gestirli. Iniziando letteralmente a metà storia, bisogna poi essere abili a raccontare la parte mancante. Diciamo che è un incipit che non consiglierei a un principiante, ma se fatto bene ha sicuramente un grande impatto narrativo!

  6. Poi, come ben si sa un romanzo non è questione di lunghezza. Un romanzo è contraddistinto essenzialmente da due fattori: il passaggio del tempo e il cambiamento/ maturaazione dei protagonisti quando questi due elementi si intrecciano si crea la storia narrativa. Il racconto invece è dato da un’idea forte che può anche presentare personaggi deboli, quindi non a tutto tondo. Il romanzo invece si può fondare su un’idea debole ma i personaggi devono essere forti, possibilmente a tutto tondo. Un romanzo potrebbe anche essere lungo 20 pagine ma se c’è lo scorrere del tempo e la maturazione dei personaggi allora è un romanzo e non un racconto

    1. Qui si sbaglia grandemente. Un romanzo è questione di lunghezza. Se il “romanzo” è breve, si chiama novella, o novelletta, o ancora più in basso racconto. Le stesse caratteristiche di maturazione del personaggio e descrizione a tutto tondo sono matematicamente inottenibili in “20 pagine”, ecco perché il romanzo sottostà anche a parametri di lunghezza. Tra l’altro, nessuna casa editrice, e ripeto NESSUNA si propone di pubblicare “romanzi” da 20 pagine, idem per i concorsi. Molti hanno limiti di lunghezza minimi e massimi molto precisi, e visto che qui si sta parlando ci come scrivere un romanzo appetibile al pubblico moderno e pertanto pubblicabile, non capisco il perché di queste disquisizioni di natura tanto accademica quanto inutile.
      Per quel che riguarda le caratteristiche stilistiche del romanzo, non le ho mai negate, e anzi ho parlato svariate volte di tali argomenti. Soprattutto, mi sono spesso soffermata sulla buona costruzione dei personaggi, la maturazione e la caratterizzazione a tutto tondo. Anche qui, basta dare un’occhiata di sfuggita al blog per accorgersene, ergo non capisco la natura di questa “critica”, perché tocca una persona che tiene particolarmente alla costruzione dei personaggi.

  7. Il romanzo si divide in due grandi categorie: il romanzo di situazione e il romanzo di carattere, io romanzo di situazione mette in luce la situazione e quello di carattere il personaggio; i grandi romanzieri riescono a mettere insieme situazione e carattere.

    1. Bellissima spiegazione, davvero.
      Ma, di nuovo, non vedo la connessione con l’articolo originale, né con la critica che mi era stata mossa, con un tale fervore popolano (“Ma sono cavolate!”).
      Grazie per il contributo, comunque.

      1. Arte, ricollegandoci al discorso della trama e delle digressioni: ciò è utile è fornire sempre informazioni e alzare la posta fino alla fine. Tutto ciò che non porta luce sulla storia o che comunque abbassa il ritmo è da evitare.

  8. Buongiorno!
    Spero che potrai avere il tempo per leggere e rispondere!
    La mia domanda riguarda la regola delle 30 righe per pagina.
    Pubblicherò un romanzo breve (o novella) ed ho deciso che la dimensione sarà di 19.84cmx12.85cm (5.06×7.81 pollici) mi ritrovo ad impaginarlo e dopo aver preso come esempio un libro dell’autrice Alex Gray-keep the midnight out, semplicemente perché mi piace come appare il suo interno, MA ho notato che non ha 30 righe per pagina, bensì 27 e contando i caratteri a mano spazi inclusi, oscillano fra i 50 e i 60 per riga, quindi non corrisponde ad una cartella.
    Non ho intenzione di presentarlo ad una casa editrice, perché lo auto pubblico, ma desidero fare un’impaginazione decente e vorrei chiederle un’opinione!
    La domanda è: ci sono eccezioni accettabili per rendere più piacevole l’impaginazione per il lettore?
    Utilizzo un palatino linotype 11 con spaziatura 0.2 e bilanciando l’interlinea mi escono 3 opzioni che risultano leggibili in maniera decente: 22 righe, 25 righe o 27 righe come ad Alex Gray.
    Altrimenti per mettere 30 righe non dovrei mettere neppure un minimo di interlinea e non mi piace quando lo stampo su carta.
    Esistono eccezioni di autori conosciuti che effettivamente non mettono una cartella per pagina?
    Grazie mille!!!

  9. Ciao, ho scritto una storia, word conta 354226 caratteri (spazi inclusi). per poter parlare di “romanzo” secondo te deve essere più lungo o va bene?

  10. Approfitto di questo interessante sito per porre una domanda.
    Ho scritto un racconto lungo (33 cartelle, circa 60.000 caratteri). Non è un romanzo, e non solo per la sua brevità. Ha la struttura del racconto per via della snellezza dell’intreccio. Ora mi chiedo: esistono case editrici disposte a prendere in considerazione racconti lunghi?
    Grazie

  11. Grazie per quelli meravigliosa invio! I abbastanza gradito la lettura, si potrebbe
    essere vi capita di essere un grande author.I sarà essere sicuri di ricordarsi di bookmark tuo blog e sicuramente
    e può tornare volte presto . Voglio incoraggiare voi sicuramente Continua il vostro grande messaggi ,
    hai un bel sera! Maramures Grazie, buona giornata!

  12. Avevo bisogno di delucidazioni e le ho trovate: Temo che 7 pagine (1.800 battute per pagina)non possano essere considerate come romanzo le battute sono 13.200
    Grazie.

  13. Grazie. Ti seguo con interesse e i tuoi consigli sono davvero importanti, soprattutto per chi, come me, sta intraprendendo la strada della scrittura per la prima volta.
    Non lasciate i sogni nei cassetti.. Io ho quasi 60 anni e sogno di scrivere da tanto tempo. Mi fa stare bene, riempie lo spirito e il cuore
    Seguirò ancora i tuoi consigli.
    Grazie

    1. Grazie a te per la lettura e i complimenti! Sono davvero contenta di essere utile, nel mio piccolo! Ti auguro tanta fortuna per i progetti futuri! 😍

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